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Starita a Materdei

Via Materdei 27/28 - 80136 Napoli

+39 081 557 3682

staritaamaterdei1901@gmail.com

staritanapoli

pizzeriestarita.it

La Storia

La storia della pizzeria Starita a Materdei inizia nel 1901 quando Antonio Starita apre un locale per la vendita del vino. Dopo qualche anno, grazie al lavoro in cucina della moglie Giuseppina Barattolo, la cantina comincia a offrire anche cibi cotti della tradizione napoletana da accompagnare a del buon vino.

Nel 1933 uno dei figli di Antonio, Giuseppe prende in mano il locale con l’aiuto della moglie Filomena Capezzuto. Insieme, sul finire degli anni Quaranta, trasformano la cantina in una vera e propria trattoria con tanto di pizzeria e di friggitoria.
Ed è proprio come friggitoria che nel 1954 offre supporto alle riprese del film L’oro di Napoli, diretto da Vittorio De Sica, nell’episodio Pizze a credito in cui Sophia Loren è una pizzaiola bella e adultera, che avendo dimenticato l’anello in camera dell’amante si inventa che era finito in una pizza fritta facendo impazzire il marito nella ricerca dell’anello tra tutti quelli che ne avevano ordinata una. Il grande successo del film contribuì a rendere nota la pizzeria in tutta Napoli.

Il nipote del fondatore e attuale gestore della pizzeria, di nome anche lui Antonio, ricorda che la madre preparava il brodino con le uova strapazzate per l’attrice. Nella foto di repertorio si vede Giuseppe che insegna a Sophia Loren il procedimento di preparazione della pizza da friggere.
Giuseppe nel 1961 scompare prematuramente, e la moglie Filomena si prende cura del locale aiutata dall’unico figlio maschio Antonio e dal genero Luigi Magno appartenente a una famiglia importante di piazzaioli napoletani. Ed è proprio Luigi a insegnare al giovane Antonio il duro mestiere del pizzaiolo cosicché nel 1970 la famiglia decide di dedicarsi completamente alla vendita della pizza.

Alla scomparsa della madre nel 1990, Antonio, aiutato dalla moglie Rosaria Formisano, prende definitivamente in mano le redini del locale facendolo diventare la pizzeria il locale che ancora oggi gestisce con amore e passione nel rispetto della tradizione ma anche con un occhio proiettato verso le innovazioni.

Antonio, unico maschio di cinque figli, è stato costretto ad affrontare la vita molto giovane per poter mantenere la famiglia lasciando gli studi a cui il padre lo aveva indirizzato e dedicandosi all’arte della pizza innamorandosene. Antonio ha realizzato nella sua carriera più di cinquanta varianti della pizza di cui una decina sono delle vere e proprie innovazioni, senza però mai abbandonare il rapporto con la tradizione tramandata di generazione in generazione. Egli è un convinto sostenitore del fatto che la pizza deve conservare la sua identità di pietanza semplice, completa, saporita e a buon mercato rimanendo ancorata alla cucina popolare partenopea per farne conoscere soprattutto ai giovani i segreti del gusto e della qualità. Antonio nel suo menù dimostra che con la pasta della pizza si può fare un pasto completo, dall’antipasto al dolce: infatti si può cominciare con gli angioletti fritti (piccoli rotolini di pasta) conditi con rucola e pomodorini crudi, passare alla montanara che ricorda la pizza fritta che si fa in tutte le case con pomodoro, formaggio parmigiano e basilico, e terminare con gli angioletti con la nutella.

Nell’ottobre del 2000 i pizzaioli di tutti il mondo si sono riuniti in Piazza San Pietro a Roma per il Giubileo dei Pizzaioli offrendo ai fedeli presenti all’omelia del papa pizze per beneficenza tra cui quella papale, ossia una margherita con mozzarella, crema di zucca, peperoni e fiori di zucca con i colori, il bianco e il giallo, della bandiera dello Stato Vaticano. Nella stessa occasione Antonio ha portato in dono al Santo Padre una stufa, un tagliere decorato con le insegne della pizzeria Starita e un piatto di porcellana a forma di pizza. Alla domanda di Sua Santità su cosa fosse la stufa, Antonio rispose che serviva un tempo per consegnare le pizze quando non esistevano i cartoni.

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